SMART

Costruire la propria motivazione

Obiettivi e motivazione sono due termini che vanno di pari passo. Se pensiamo ad una definizione di obiettivo, probabilmente la prima cosa che ci passa per la mente è: “quello che voglio fare” o “quello che voglio raggiungere”. Gli obiettivi possono essere definiti come delle rappresentazioni cognitive di ciò che si vuole ottenere e dell’orientamento sottostante ( Moè, 2010). Abbiamo, quindi, degli obiettivi di contenuto che mi dicono esattamente “che cosa voglio fare oggi o cosa voglio ottenere” e di orientamento che mi ricordano il “perchè lo faccio”. Ames (1992) e Dweck (1999) distinguono obiettivi alla padronanza da obiettivi alla prestazione: il primo tipo è riferito al desiderio di migliorare, padroneggiare le situazioni e crescere; il secondo gruppo di obiettivi è legato al voler dimostrare agli altri quanto si vale. Frequentemente gli obiettivi di padronanza sono associati ad emozioni come fiducia, soddisfazione ed entusiasmo; quelli di prestazioni a paura e noia. Si ha paura di fallire, di non essere all’altezza, di sentirsi giudicati; oppure si cerca di non affrontare sfide nuove per non incorrere nel rischio di non riuscire. Un’altra distinzione è quella fatta da Elliott e McGregor (2001) tra due modalità: avvicinamento ed evitamento. Una persona può avere un obiettivo di prestazione e voler affrontare il compito (avvicinamento) per dimostrare di essere capace, oppure non affrontarlo (evitamento) per non mostrare i propri limiti. Allo stesso modo un individuo con un obiettivo alla padronanza può voler imparare alcune competenze oppure rinunciare per evitare un senso di frustrazione. La modalità di avvicinamento, come è intuibile, è sempre più motivante rispetto a quella di evitamento. Nello sport il goal setting è fondamentale per stimolare la motivazione del singolo o della squadra. Effettuare una buona pianificazione degli obiettivi ad inizio stagione e riprenderla durante l’anno agonistico, aiuta a capire dove si sta andando e se è necessario aggiustare il tiro. Se vogliamo una guida rapida per come impostare una pianificazione corretta degli obiettivi, possiamo seguire il cosiddetto modello SMART:
  • Specific (specifici): gli obiettivi devono essere specifici. Meglio un obiettivo chiaro che troppo generico (es. “voglio fare 50 vasche” piuttosto che “voglio migliorare”).
  • Measurable (Misurabile): è necessario che l’obiettivo sia misurabile numericamente. Ecco l’importanza di definire degli obiettivi specifici.
  • Attainable (Raggiungibile): è importante che l’obiettivo sia accessibile all’atleta e concretamente raggiungibile. Fissarsi un obiettivo impossibile da raggiungere è demotivante e frustrante. Quindi bene che sia sfidante, ma non irraggiungibile.
  • Relevant (Rilevante): l’obiettivo deve essere importante per l’atleta o per la squadra. Se non è considerato una sfida o non viene reputato fondamentale, ci potrebbe essere un calo di concentrazione e motivazione.
  • Time-Bounded (Legati al tempo): gli obiettivi devono essere divisi in lungo, medio e breve termine. Darsi una scadenza permette di avere dei feed-back importanti per mantenersi motivati e per capire se si sta percorrendo la strada giusta.
Se volete un approfondimento sul goal setting o desiderate preparare un programma specifico insieme ad uno psicologo dello sport scrivete a dottoressa.scimone@gmail.com o visitate il sito www.valentinascimone.it