Sentirsi al sicuro

Avete mai provato quella strana sensazione di non sentirvi al sicuro in una determinata circostanza?

Non parlo di condizioni potenzialmente pericolose (se siete di fronte ad un leone mi pare anche normale, e sano, che vi scatti la lampadina dell’allarme!), ma di situazioni apparentemente tranquille, ma che inspiegabilmente vi rendono nervosi.

Ecco, se questo vi é successo é perché siamo provvisti di un sistema nervoso che si attiva quando alcune caratteristiche dell’ambiente ci sembrano spaventose. Probabilmente quelle stesse caratteristiche in un’altra persona non susciterebbero la stessa nostra reazione.

Non é una questione di consapevolezza, cioé non é una valutazione cognitiva che noi facciamo di quell’ambiente a metterci in allerta, ma é proprio il nostro corpo a dirci “Ehi, ragazz*, fai attenzione che qui potrebbe esserci un pericolo”. Magari un gesto di una persona, un’espressione di un volto, una luce, un profumo. Il Disturbo da Stress Post Traumatico, in fondo, si basa proprio su questo meccanismo: ho subito una rapina a mano armata mentre in sottofondo c’era una radio accesa, tutte le volte che sento una radio accesa mi scatta qualcosa (nel corpo!) che mi riporta laggiú e mi fa sentire tremendamente in pericolo, di nuovo. Non é cosí semplice, ma puó dare un’idea iniziale di cosa accade.

Dicevamo, noi mammiferi siamo dotati di un processo neurale chiamato neurocezione che ci fa sentire nelle viscere se un luogo o una persona sono sicuri per noi. Ci si puó sentire in pericolo a casa, in ascensore, su un bus. Dipende dalla nostra storia di vita, ma é assolutamente una reazione normale del nostro organismo. Vediamo perché.

Nei rettili il sistema nervoso autonomo é finalizzato alla protezione dal pericolo: il sistema di difesa si suddivide in simpatico (che predispone a reazioni di attacco, fuga e immobilizzazione attiva) e il parasimpatico dorso-vagale (capace di innescare reazioni di svenimento, finta morte, freezing passivo). Il primo si attiva in condizioni di pericolo medio-grave, il secondo quando il pericolo é talmente forte da percepire che non si avrá via di scampo.

Quando si accende il sistema simpatico le reazioni di fuga e lotta portano con sé stati mentali come panico, paura, ansia, preoccupazione nel primo caso e rabbia, irritazione, frustrazione nel secondo. Aumenta la pressione del sangue, l’adrenalina, la circolazione dell’ossigeno, la coagulazione del sangue e le pupille si dilatano. Si ha, invece, una diminuzione della salivazione, della risposta immunitaria, un rallentamento delle funzioni digestive e minori abilitá relazionali.

Spesso chi soffre di ansia o di attacchi di panico ha il sistema di allerta sempre acceso (il simpatico) ed é faticoso, molto. Chiedete a chi ne soffre quanta energia si spende.

Il dorso-vagale, come detto, é l’ultima spiaggia. Quando si passa da “Io posso”a “Io non posso”. E’ l’impotenza. Mi sento sopraffatto. Cosa accade? Posso sentirmi intrappolato, posso provare vergogna e avere una serie di manifestazioni fisiche e/o psicologiche a cui, apparentemente, non riesco a dare una spiegazione: assisto ad una violenza e non provo emozioni; non ricordo cosa é accaduto; subisco una cosa brutta e non riesco ad urlare; ho una sensazione di ottundimento, ecc.

Nei mammiferi si é sviluppata una terza parte del sistema nervoso: il parasimpatico ventro-vagale. Questo ci permette di esprimere un comportamento sociale adeguato, di relazionarci agli altri, di socializzare e collaborare. Si attiva quando ci sentiamo in una condizione di sicurezza. Nel momento in cui sono al sicuro, disinnesco ogni sistema di difesa e quindi posso svolgere funzioni biologiche (sonno, digestione) o mettere in atto comportamenti sociali (ad esempio allevare la prole). E’ quel sistema che favorisce il contatto visivo, la vocalizzazione, l’espressione facciale che favoriscono il mettersi in relazione.

Quando il ventro-vagale é attivo sono anche in grado di regolare meglio le mie emozioni e avere accesso a funzioni mentali superiori (metacognizione, pensiero, creativitá, ecc.).

La suddivisione in simpatico, dorso-vagale e ventro-vagale fa parte della Teoria Polivagale di Porges. E’ come se ci fossero due circuiti deputati alla nostra difesa: quello simpatico che ci permette o di attaccare o di fuggire e quello dorso-vagale che é l’ultima opzione disponibile nel momento in cui non abbiamo altra via d’uscita. Il ventro-vagale, come il dorso-vagale, fa parte del sistema parasimpatico ed é quella branca del sistema nervoso che mantiene l’equilibrio (o omeostasi). Se questo equilibrio viene a mancare per molto tempo, perché siamo costantemente in una condizione di allerta e quindi di difesa, possiamo avere ripercussioni sul piano mentale e fisico.

Ecco perché condizioni di stress prolungato, disturbi d’ansia e, nel peggiore dei casi, eventi traumatici, possono farci stare molto male.

In casi come questi, la cosa migliore é rivolgersi ad un* psicoterapeuta che sappia riconoscere eventuali segnali del sistema neurovegetativo.

Se vi sentite sopraffatti dall’ansia o da sensazioni strane a cui non riuscite a dare un nome contattatemi, insieme troveremo la strada.